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Menechen (Recanati, 1250 –1295), fu un rabbino attivo verso la fine del XIII e inizi del XIV secolo.
Celebre cultore di mistica ebraica e commentatore ebreo della Bibbia, il suo commento al Pentateuco (pubblicato nel 1523) fu tradotto in latino da Pico della Mirandola.
Fu autore di numerosi commentari talmudici, poi dati alle fiamme, sulle pubbliche piazze, per ordine del Tribunale della Santa Inquisizione. A Recanati furono bruciati circa 10.000 commentari.
Gli ebrei a Recanati si erano stabiliti prima del 1300 e si dedicavano a vari commerci e potevano esercitare anche la medicina, ma la loro maggiore attività era quella di prestar denaro, spesso ad altissimo interesse.
Per mettere un freno a queste usure, il Comune istituì nel 1468 un Monte di Pietà, uno dei più antichi d’Italia, il quale concedeva senza interessi prestiti fino a dieci ducati, con la consegna di un pegno di egual valore.
Gli ebrei per molti anni poterono abitare in qualsiasi parte della città e secondo il Calcagni, avevano la loro Sinagoga presso la chiesa di Sant’ Agostino, ma in seguito furono costretti, per ordine del Papa Pio IV ad abitare separati dagli altri cittadini.
Il Comune quindi assegnò loro, il vicolo degli Impiccolati per abitarvi ed il Campo dei Fiori come loro Cimitero. La nuova Sinagoga sorse nel rione di Monte Volpino.
Gli Ebrei restarono a Recanati fino al 1593, nel quale anno il Pontefice Clemente VIII ingiunse a tutti gli Ebrei di allontanarsi dallo Stato della Chiesa, concedendo loro di abitare solo a Roma, Avignone e Ancona.
Menechen fu uno dei pochi rabbini italiani che dedicò la maggior parte dei suoi scritti alla Cabala sostenendola sulla base di argomenti filosofici.

 

Menechen (Recanati, 1250 - 1295), was a rabbi active in the late thirteenth and early fourteenth centuries.
A famous lover of Jewish mysticism and Jewish commentator on the Bible, his commentary on the Pentateuch (published in 1523) was translated into Latin by Pico della Mirandola.
He was the author of numerous Talmudic commentaries, then set on fire, on public squares, by order of the Court of the Holy Inquisition. In Recanati about 10,000 commentaries were burnt.
The Jews in Recanati had settled before 1300 and were engaged in various businesses and could also practice medicine, but their main activity was to lend money, often at a very high interest.
The Municipality established a pawnshop in 1468, one of the oldest in Italy, which granted loans of up to ten ducats without interest, with the delivery of a pledge of equal value.
For many years the Jews were able to live in all parts of the city and according to Calcagni, they had their synagogue at the church of Sant'Agostino, but were later forced, by order of Pope Pius IV, to live separately from other citizens.
The Municipality then assigned them the alley of the Impiccolati where they could live and Campo dei Fiori as their Cemetery. The new synagogue was built in the Monte Volpino district.
The Jews remained in Recanati until 1593, when Pontiff Clement VIII ordered all Jews to leave the Church State, allowing them to live only in Rome, Avignon and Ancona.
Menechen was one of the few Italian rabbis who devoted most of his writings to the Kabbalah by supporting it on the basis of philosophical arguments.