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Poeta e scrittore.
Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1906.
Venne educato dal padre, Carbonaro che gli insegnò gli ideali patriottici.
Frequentò l’Università di Pisa dove si laureò in lettere nel 1856, dopodiché condusse la vita da professore e studioso partecipando intensamente alla vita culturale del tempo.
Ammiratore della rivoluzione francese, inizialmente aveva idee decisamente democratiche e repubblicane.
Nei confronti del nuovo governo assunse atteggiamenti di violenta opposizione che gli costò il posto di insegnante. Così la sua attività da intellettuale si indirizzò alla polemica contro l’Italia: si scagliò contro la politica rinunciataria nei confronti di Roma.
Carducci si scagliò anche contro la chiesa, definì la religione come un residuo del medioevo ormai sconfitto dalla Ragione, dalla Scienza e dal Progresso. Infatti esaltò la scienza e il progresso e fu vicino alle richieste del Positivismo.
Con la stabilizzazione dell’Italia, gradualmente moderò le sue posizioni. La sua vena patriottica, prese una piega indirizzata al nazionalismo, infatti fu un sostenitore della politica autoritaria di Crispi. Subì un evoluzione anche il suo gusto letterario: negli anni giovanili assunse una posizione antiromantica soprattutto sul Romanticismo sentimentale e cristiano e sostenne il gusto del classico.
Carducci mirò alla restaurazione di un discorso poetico che ricuperasse la dignità dei classici e per questo disdegnò i generi popolari (il romanzo), dedicandosi esclusivamente alla lirica.
Negli anni successivi ampliò la sua cultura e venne a conoscenza della letteratura romantica europea. Gli fu assegnata l’immagine di poeta “sano”, immune dal romanticismo che corrodeva gli altri scrittori, infatti fu ispirato a una visione serena della vita, fu considerato come “ultimo dei classici”. Ma dalle critiche recenti risulta essere un poeta tardo romantico, non immune alla malattia interiore della sua epoca, che si aggrappa a un sogno di sanità classica per allontanare le angosce.
La poesia di Carducci fu sgradevole al pubblico. Insegnò letteratura presso l’Università di Bologna, fino alla morte.
Nel 1890 venne nominato senatore dell’appena nato Regno d’Italia. Opere famose: Giambi ed Epodi, Rime Nuove, Odi Barbare, Rime e ritmi.
Nel 1898 assiste allo spettacolo in occasione del I° centenario Leopardiano, nel Teatro Persiani di Recanati, un poema sinfonico diretto dal maestro Pietro Mascagni.

 

Poet and writer.
He was the first Italian to win the Nobel Prize for literature in 1906.
He was educated by his father, Carbonaro who taught him patriotic ideals.
He attended the University of Pisa where he graduated in literature in 1856, after which he led his life as a professor and scholar participating intensively in the cultural life of the time.
An admirer of the French Revolution, he initially had decidedly democratic and republican ideas.
Towards the new government he assumed an attitude of violent opposition which cost him the job of teacher. Thus his intellectual activity turned to the controversy against Italy: he railed against the renounced policy towards Rome.
Carducci also hurled himself against the church, he defined religion as a remnant of the Middle Ages now defeated by Reason, Science and Progress. In fact he extolled science and progress and was close to the demands of Positivism.
With the stabilization of Italy, he gradually moderated his positions. His patriotic vein took a turn towards nationalism, in fact he was a supporter of Crispi's authoritarian policy. His literary taste also underwent an evolution: in his youth he took an anti-romantic position especially on sentimental and Christian Romanticism and supported the taste for the classic.
Carducci aimed at the restoration of a poetic discourse that would recover the dignity of the classics and for this he disdained popular genres (the novel), devoting himself exclusively to opera.
In the following years he expanded his culture and became acquainted with European romantic literature. He was given the image of a "healthy" poet, immune from the romanticism that corroded other writers, in fact he was inspired by a serene vision of life, he was considered the "last of the classics". But from recent criticism he appears to be a late romantic poet, not immune to the inner disease of his time, who clings to a dream of classical sanity to ward off anxieties.
Carducci's poetry was unpleasant to the public. He taught literature at the University of Bologna until his death.
In 1890 he was appointed senator of the newly born Kingdom of Italy. Famous works: Giambi and Epodi, New Rhymes, Odi Barbare, Rhymes and rhythms.
In 1898 he attended the show on the occasion of the first Leopardian centenary, in the Persiani Theater of Recanati, a symphonic poem directed by Maestro Pietro Mascagni.