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Uno dei grandi artefici del Risorgimento italiano Camillo Benso, conte di Cavour, fu, con Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, il maggiore esponente del Risorgimento italiano, culminato nella costituzione dell'Italia unita sotto la monarchia dei Savoia, e uno dei grandi statisti europei della sua epoca.
Il pensiero e l'azione di governo di Cavour furono ispirati ai principi della monarchia costituzionale e del liberalismo europeo. Egli fu avversario tanto dei metodi rivoluzionari e delle finalità democratiche e repubblicane di Mazzini quanto delle tendenze reazionarie e conservatrici ostili alle istituzioni parlamentari e al riformismo politico e sociale.
Egli nasce il 10 agosto 1810 a Torino, allora capoluogo d'un dipartimento dell'impero napoleonico. Secondogenito del marchese Michele e della ginevrina Adele di Sellon, Cavour da giovane è ufficiale dell'esercito. Lascia nel 1831 la vita militare e per quattro anni viaggia in Europa, studiando particolarmente gli effetti della rivoluzione industriale in Gran Bretagna, Francia e Svizzera e assumendo i princìpi economici, sociali e politici del sistema liberale britannico. Rientrato in Piemonte nel 1835 si occupa soprattutto di agricoltura e si interessa di economie e della diffusione di scuole ed asili. Grazie alla sua attività commerciale e bancaria Cavour diviene uno degli uomini più ricchi del Piemonte. La fondazione nel dicembre 1847 del quotidiano "Il Risorgimento" segna l'avvio del suo impegno politico: solo una profonda ristrutturazione delle istituzioni politiche piemontesi e la creazione di uno Stato territorialmente ampio e unito in Italia avrebbero, secondo Cavour, reso possibile il processo di sviluppo e crescita economico-sociale da lui promosso con le iniziative degli anni precedenti.
Nel 1850 Cavour viene chiamato a far parte del gabinetto D'Azeglio come ministro dell'agricoltura, del commercio e della marina. Successivamente viene nominato ministro delle Finanze. Con tale carica assume ben presto una posizione di primo piano, fino a diventare presidente del Consiglio il 4 novembre 1852.
Prima della nomina Cavour aveva già in mente un programma politico ben chiaro e definito ed era deciso a realizzarlo, pur non ignorando le difficoltà che avrebbe dovuto superare. L' ostacolo principale gli derivava dal fatto di non godere la simpatia dei settori estremi del Parlamento, in quanto la sinistra non credeva alle sue intenzioni riformatrici, mentre per le Destre egli era addirittura un pericoloso giacobino, un rivoluzionario demolitore di tradizioni ormai secolari.
In politica interna mira innanzitutto a fare del Piemonte uno Stato costituzionale, ispirato ad un liberismo misurato e progressivo, nel quale è la libertà a costituire la premessa di ogni iniziativa. Convinto che i progressi economici sono estremamente importanti per la vita politica di un paese, Cavour si dedica ad un radicale rinnovamento dell'economia piemontese. L'agricoltura viene valorizzata e modernizzata grazie ad un sempre più diffuso uso dei concimi chimici e ad una vasta opera di canalizzazione destinata ad eliminare le frequenti carestie, dovute a mancanza d'acqua per l'irrigazione, e a facilitare il trasporto dei prodotti agricoli; l'industria viene rinnovata ed irrobustita attraverso la creazione di nuove fabbriche e il potenziamento di quelle già esistenti specialmente nel settore tessile; fonda un commercio basato sul libero scambio interno ed estero: agevolato da una serie di trattati con Francia, Belgio e Olanda (1851-1858) subisce un forte aumento.
Inoltre Cavour provvede a rinnovare il sistema fiscale, basandolo non solo sulle imposte indirette ma anche su quelle dirette, che colpiscono soprattutto i grandi redditi; provvede inoltre al potenziamento delle banche con l'istituzione di una "Banca Nazionale" per la concessione di prestiti ad interesse non molto elevato. Il progressivo consolidamento politico, economico e militare, spinge Cavour verso un'audace politica estera, capace di far uscire il Piemonte dall'isolamento. In un primo momento egli non crede opportuno distaccarsi dal vecchio programma di Carlo Alberto tendente all'allontanamento dell'Austria dal Lombardo-Veneto e alla conseguente unificazione dell'Italia settentrionale sotto la monarchia sabauda, tuttavia in seguito avverte la possibilità di allargare in senso nazionale la sua politica, aderendo al programma unitario di Giuseppe Mazzini, sia pure su basi monarchiche e liberali.Il primo passo da fare era quello di imporre il problema italiano all'attenzione europea e a ciò Cavour mira con tutto il suo ingegno: Il 21 luglio 1858 incontra Napoleone III a Plombières dove vengono gettate le basi di un'alleanza contro l'Austria. Il trattato ufficiale stabiliva che: la Francia sarebbe intervenuta a fianco del Piemonte, solo se l'Austria lo avesse aggredito; in caso di vittoria si sarebbero formati in Italia quattro Stati riuniti in una sola confederazione posta sotto la presidenza onoraria del Papa ma dominata sostanzialmente dal Piemonte: uno nell'Italia settentrionale con l'annessione al regno di Sardegna del Lombardo-Veneto, dei ducati di Parma e Modena e della restante parte dell'Emilia; uno nell'Italia centrale, comprendente la Toscana, le Marche e l'Umbria; un terzo nell'Italia meridionale corrispondente al Regno delle Due Sicilie; un quarto, infine, formato dallo Stato Pontificio con Roma e dintorni. In compenso dell'aiuto prestato dalla Francia il Piemonte avrebbe ceduto a Napoleone III il Ducato di Savoia e la Contea di Nizza.
Appare evidente che un simile trattato non teneva assolutamente conto delle aspirazioni unitarie della maggior parte della popolazione italiana, esso mirava unicamente ad eliminare il predominio austriaco dalla penisola. La II guerra d'indipendenza permette l'acquisizione della Lombardia, ma l'estendersi del movimento democratico-nazionale suscita nei francesi il timore della creazione di uno Stato Italiano unitario troppo forte: l'armistizio di Villafranca provoca il temporaneo congelamento dei moti e la decisione di Cavour di allontanarsi dalla guida del governo. Ritornato alla presidenza del Consiglio Cavour riesce comunque ad utilizzare a proprio vantaggio la momentanea freddezza nei rapporti con la Francia, quando di fronte alla Spedizione dei Mille e alla liberazione dell'Italia meridionale poté ordinare la contemporanea invasione dello Stato Pontificio. L'abilità diplomatica di Cavour nel mantenere il consenso delle potenze europee e la fedeltà di Giuseppe Garibaldi al motto "Italia e Vittorio Emanuele" portano così alla proclamazione del Regno d'Italia, il giorno 17 marzo 1861. Camillo Benso conte di Cavour muore nella sua città natale il 6 giugno 1861.  

 

One of the great architects of the Italian Risorgimento Camillo Benso, Count of Cavour, was, with Giuseppe Mazzini and Giuseppe Garibaldi, the greatest exponents of the Italian Risorgimento, culminating in the constitution of Italy united under the Savoy monarchy, and one of the great European statesmen of the his era.
Cavour's thought and government action were inspired by the principles of the constitutional monarchy and European liberalism. He was as much an opponent of Mazzini's revolutionary methods and democratic and republican goals as he was of reactionary and conservative tendencies hostile to parliamentary institutions and to political and social reformism.
He was born on  August 10 1810 in Turin,at that time the capital of a department of the Napoleonic empire. Second son of the Marquis Michele and Adele di Sellon from Geneva, Cavour was an army officer as a young man. He left military life in 1831 and traveled to Europe for four years, particularly studying the effects of the industrial revolution in Great Britain, France and Switzerland and assuming the economic, social and political principles of the British liberal system. Returning to Piedmont in 1835, he mainly dealt with agriculture and was interested in economics and the spread of schools and kindergartens. Thanks to his commercial and banking activity Cavour became one of the richest men in Piemonte. The foundation in December 1847 of the newspaper "Il Risorgimento" marked the start of his political commitment: only a profound restructuring of Piemontese political institutions and the creation of a territorially broad and united state in Italy would, according to Cavour, have made the process of economic-social development and growth promoted by him with the initiatives of previous years.
In 1850 Cavour was called to join the D'Azeglio cabinet as minister of agriculture, commerce and the navy. He was subsequently appointed Minister of Finance. With this office he soon assumed a leading position, until he became Prime Minister on November 4, 1852.
Before his appointment Cavour already had a clear and defined political program in mind and was determined to carry it out, while not ignoring the difficulties he would have to overcome. The main obstacle stemmed from the fact that he did not enjoy the sympathy of the extreme sectors of Parliament, as the left did not believe in his reform intentions, while for the Right Wing he was even a dangerous Jacobin, a revolutionary demolition of secular traditions.
In internal politics, he aimed above all to make Piemonte a constitutional state, inspired by a measured and progressive liberalism, in which freedom was the premise of every initiative. Convinced that economic progress was extremely important for the political life of a country, Cavour was
dedicated to a radical renewal of the Piemontese economy. Agriculture was enhanced and modernized thanks to an increasingly widespread use of chemical fertilizers and a vast canalization work intended to eliminate the frequent famines, due to lack of water for irrigation, and to facilitate the transport of agricultural products; the industry was renewed and strengthened through the creation of new factories and the strengthening of existing ones, especially in the textile sector; he founded a trade based on free internal and foreign exchange: facilitated by a series of treaties with France, Belgium and Holland (1851-1858) it underwent a sharp increase.
Cavour also renewed the tax system, basing it not only on indirect taxes but also on direct taxes, which mainly affect large incomes; he also provided for the strengthening of banks with the establishment of a "National Bank" for the granting of low-interest loans. The progressive political, economic and military consolidation pushed Cavour towards a daring foreign policy, capable of bringing Piemonte out of isolation. At first he did not think to detach himself from the old Carlo Alberto program tending to the removal of Austria from Lombardy-Veneto and the consequent unification of northern Italy under the Savoy monarchy, however later he felt the possibility of expanding in a national sense his policy, adhering to the unitary program of Giuseppe Mazzini, albeit on a monarchical and liberal basis.  The first step was to impose the Italian problem on European attention and Cavour aimed at this with all his ingenuity. On  July 21 1858 he met Napoleon III in Plombières where the foundations of an alliance against Austria were laid. The official treaty established that: France would intervene alongside Piemonte, only if Austria attacked it; in case of victory, four States would have been formed in Italy, united in a single confederation placed under the honorary presidency of the Pope but substantially dominated by Piemonte: one in northern Italy with the annexation of Lombardy-Veneto, the duchies of Parma and Modena and the remaining part of Emilia to the Kingdom of Sardinia; one in central Italy, including Tuscany, the Marche and Umbria; a third in southern Italy corresponding to the Kingdom of the Two Sicilies; a fourth, finally, formed by the Papal State with Rome and surroundings. In return for the aid given by France, Piemonte would have ceded the Duchy of Savoy and the County of Nice to Napoleon III.
It seems clear that such a treaty did not take into account the unitary aspirations of the majority of the Italian population, it aimed solely at eliminating the Austrian dominance from the peninsula.
The second war of independence allowed the acquisition of Lombardia, but the extension of the democratic-national movement aroused in the French the fear of the creation of a unitary Italian state that would have been too strong: the armistice of Villafranca caused the temporary freezing of the uprisings and Cavour's decision to move away from the leadership of the government. Returning to the presidency of the Council Cavour still managed to use, in his advantage, the momentary coldness in relations with France, when he faced the Expedition of the Thousand and the liberation of southern Italy he was able to order the simultaneous invasion of the Papal State. Cavour's diplomatic ability in maintaining the consent of European power and Giuseppe Garibaldi's loyalty to the motto "Italy and Vittorio Emanuele" thus led to the proclamation of the Kingdom of Italy on March 17, 1861. Camillo Benso, Count of Cavour died in his hometown on June 6, 1861.