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Pietro Giordani (Piacenza, 1º gennaio 1774 – Parma, 2 settembre 1848) è stato uno scrittore, letterato classicista italiano.
Entrato nel 1797 nel monastero benedettino di San Sisto, a Piacenza, ne uscì senza aver preso gli ordini.
Favorevole al regime napoleonico, nel 1807 scrisse un Panegirico alla sacra Maestà di Napoleone e l'anno dopo ottenne la carica di protosegretario dell'Accademia di Belle Arti di Bologna che dovette lasciare nel 1815, con l'avvento della Restaurazione, a causa delle sue idee liberali.
Nel 1817 iniziò un rapporto epistolare con Giacomo Leopardi cui fece visita nel settembre 1818 accompagnandolo, nel suo primo viaggio fuori di Recanati, a Macerata.
Giordani incoraggiò e favorì la conoscenza del recanatese negli ambienti culturali ed ebbero grande stima ed affetto l'uno per l'altro: il giovane poeta lo definì cara e buona immagine paterna (dal verso 83 del canto XV dell'Inferno di Dante). Letterato (Piacenza 1774 - Parma 1848).
Nel 1818 si ritirò a Piacenza, contento del modesto patrimonio, intento a promuovere opere di civiltà nella città, dedito più a leggere che a scrivere.
Nel 1824, per avere usato in un suo scritto espressioni che sembrarono irriverenti verso la duchessa Maria Luisa, fu esiliato; ed egli, sebbene l'esilio fosse subito revocato, si stabilì a Firenze dove la sua fama si consolidò e ampiamente s'irradiò dal circolo di G. P. Vieusseux.
Nel 1830 si stabilì a Parma; nel 1834 subì una breve prigionia politica. La sua vita fu un apostolato del progresso; non così la sua opera letteraria, che fu soprattutto di raffinato stilista, per il quale il contenuto era spesso poco più che un pretesto. 

 

Pietro Giordani (Piacenza, 1st January 1774 - Parma, 2nd September 1848) was an Italian classicist writer and scholar.
Entered in 1797 in the Benedictine monastery of San Sisto, in Piacenza, he left without having taken orders.
In favor of the Napoleonic regime, in 1807 he wrote a Panegyric to the sacred majesty of Napoleon and the following year he obtained the post of secretary of the Academy of Fine Arts in Bologna which he had to leave in 1815, with the advent of the Restoration, due to his liberal ideas.
In 1817 he began an epistolary relationship with Giacomo Leopardi whom he visited in September 1818 accompanying him, on his first trip out of Recanati, to Macerata.
Giordani encouraged and promoted Leopardi's knowledge in cultural circles and they had great esteem and affection for each other: the young poet called him dear and good fatherly image (from verse 83 of canto XV of Dante's Inferno). 
In 1818 he retired to Piacenza, happy with his modest patrimony, intent on promoting civil works in the city, dedicated more to reading than to writing.
In 1824, for having used in one of his writings expressions that seemed irreverent towards the Duchess Maria Luisa, he was exiled; and, although the exile was immediately revoked, he settled in Florence where his fame consolidated and radiated widely from the circle of G. P. Vieusseux.
In 1830 he settled in Parma; in 1834 he suffered a short political captivity. His life was an apostolate of progress; not so his literary work, which was above all a refined stylist, for whom the content was often little more than a pretext.