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I Piceni (o Picènti) erano una popolazione italica, stanziata in età romana nel Piceno (regione dell'Italia centrale, compresa tra l'Esino, l'Adriatico, il Salino e l'Appennino).
Erano un popolo di guerrieri, allevatori e pastori e svilupparono una fiorente civiltà nel territorio compreso tra Marche e Abruzzo tra il IX e il IV secolo a.C. Originari della Sabina, i Piceni traevano il nome dal loro totem, il picchio (picus) sacro a Marte (attualmente ritratto nello stemma della regione Marche) che avrebbe guidato dalla conca di Rieti alla costa adriatica un gruppo di giovani sabini durante il rito della primavera sacra, il quale consisteva appunto nell'abbandonare la terra di origine.
Le maggiori informazioni sul popolo dei Piceni sono fornite dalle numerose necropoli sparse sul territorio. l’Arco di Augusto a Fano, le piscine epuratorie romane a Fermo, l’Arco di Traiano ad Ancona, la porta Gemina ad Ascoli Piceno, la galleria del Furlo sulla via Flaminia e le rovine delle città Urbs Salvia ( Urbisaglia ), Helvia Recina ( Macerata ) e Faleria . L’economia della civiltà picena si fondava principalmente sull’agricoltura e sulla pastorizia ed in minor misura, sulla caccia e sulla pesca.
Erano anche mercanti ed i loro commerci avvenivano per via terra, fiumi e mari. Anche l’artigianato aveva la sua importanza; in primo luogo la lavorazione del bronzo, alla quale ben presto si affiancò quella del ferro; notevolmente sviluppata era la lavorazione dell’ambra e dell’avorio, mentre la filatura e la tessitura erano il tipico lavoro femminile. La comunità era divisa in classi: aristocratici, cavalieri e plebei.
Gli aristocratici erano i più ricchi ed avevano il potere economico, politico e religioso. Davano molta importanza al rituale funerario, che era molto pomposo, infatti le tombe erano corredate da tanti oggetti preziosi ed erano ricoperte da tumuli imponenti. I più ricchi si facevano costruire statue e steli che venivano poste sopra i tumuli. 

 

The Piceni (or Picènti) were an Italic population, settled in Roman times in the Piceno (region of central Italy, between the Esino, the Adriatic, the Salino and the Apennines).
They were warriors, breeders and shepherds and developed a flourishing civilization in the territory between Marche and Abruzzo between the ninth and fourth centuries BC. Originally from Sabina, the Piceni took their name from their totem, the woodpecker (picus) sacred to Mars (currently portrayed in the coat of arms of the Marche region) which would have guided a group of young Sabines during the rite of spring from the Rieti basin to the Adriatic coast.
More information on the Piceni people is provided by the numerous necropolis scattered throughout the territory. the Arch of Augustus in Fano, the Roman purification pools in Fermo, the Arch of Trajan in Ancona, the Gemina gate in Ascoli Piceno, the Furlo tunnel on the Via Flaminia and the ruins of the cities Urbs Salvia (Urbisaglia), Helvia Recina (Macerata) and Faleria. The economy of the Piceno civilization was mainly based on agriculture and pastoralism and to a lesser extent on hunting and fishing.
They were also merchants and their trade took place by land, rivers and seas. Craftsmanship also had its importance; in the first place the working of bronze, which was soon joined by that of iron; considerably developed was the processing of amber and ivory, while spinning and weaving were the typical female work. The community was divided into classes: aristocrats, knights and plebeians.
The aristocrats were the richest and had the economic, political and religious power. They gave a lot of importance to the funeral ritual, which was very pompous, in fact the tombs were accompanied by many precious objects and were covered with imposing mounds. The richest had statues and steles built which were placed over the mounds.